Augusto, dove sei finito?

La perdita non è sempre motivo di tristezza, a volte è pretesto per mettersi in viaggio alla ricerca di nuove esperienze, emozioni, amici!

Spettacolo di teatro di ricerca, dove la poesia incontra il linguaggio del corpo e delle arti circensi
DURATA 45 minuti

LA STORIA

In scena il Bianco e l’Augusto, amici e nemici da sempre. Insieme per caso ma entrambi alle prese con la vita del clown: dura, esilarante e spesso piena di ostacoli e sorprese.
I tempi si fanno duri per i due artisti che ogni sera si ritrovano a fare spettacolo e a dover eccellere nei loro numeri, per guadagnare il denaro sufficiente a mangiare, dormire e soddisfare qualche vizietto.
All’improvviso Augusto scompare e il Bianco va in crisi: per la prima volta nella storia del loro rapporto non è lui a decidere ma subisce lo smacco della fuga del suo amico.
Inizia così il viaggio del Bianco alla ricerca di Augusto detto il pagliaccio, attraverso il quale ha modo di riflettere e ripensare al loro primo incontro, ai loro allenamenti, tournée in tutto il mondo.
Far ridere il pubblico è ancora più difficile senza quello scansafatiche, attaccabrighe, ma tanto libero, divertente e dalle mille idee, Augusto!
Ma perché se n’è andato? Cosa è successo? Forse i metodi del Bianco erano un po’ troppo severi?

TEMATICHE

Lo spettacolo parla alle nuove generazioni dell’antico mondo del circo, delle sue radici e delle sue tradizioni. Bianco, il protagonista, riflette sul passato e cerca di capire perché il suo amico lo ha abbandonato… Non è facile per lui ammettere di aver sbagliato e trovare il coraggio di accettare le sue colpe!
La performance segue i pensieri del Bianco che, rimasto da solo, prova a nutrirsi dei ricordi migliori accumulati in tanti anni di lavoro e di amicizia con Augusto. La conclusione? 
Scoprirà che la diversità è una fonte inesauribile di felicità e una grande opportunità di crescita, e che il suo essere autorevole, determinato e troppo preciso ed esigente non ha lasciato ad Augusto lo spazio giusto per sentirsi a proprio agio ed essere se stesso, senza la paura di prenderle o di essere sgridato.
Lo spettacolo vuole mettere in risalto il tema dell’accettazione e di come non sempre siamo capaci di accogliere l’altro e di trovare in lui degli stimoli; e in effetti il Bianco ha esagerato, non è mai riuscito ad ascoltare il suo compagno, era sempre troppo impegnato a comandarlo!

NOTE SULLO SPETTACOLO

Lo spettacolo è adatto alla fascia d’età 4-10 anni.
Questo tuffo nel passato, necessario al Bianco per sopravvivere al dolore della perdita dell’amico e per fargli prendere coscienza dei suoi limiti e delle sue durezze, è un escamotage prezioso pensato per i più piccoli, al fine di stimolarli nella comprensione di quanto sia importante sapere accettare l’altro per come è, senza pregiudizi, rispettandone la natura e il proprio modo di essere.
In una società multiculturale, è fondamentale accompagnare i bambini alla scoperta di processi utili a semplificare l’incontro tra diverse persone e conseguentemente tra diverse culture.